Capitolo 5º

Capitolo 5º



Ormai la mia situazione economica si stava stabilizzando abbastanza positivamente. Davo lezioni a vari gruppi di 10-12 alunni nella comunitá religiosa; inoltre davo lezioni private ad alunni singoli che frequentavano l’Universitá Federale del Minas Gerais, ai quali chiedevo ed ottenevo, un onorario piú “adeguato”; infine facevo qualche traduzione che non avesse valore giuridico. Nel frattempo mi era anche arrivata dall’Italia la mia modestissima pensione di circa 400 dollari al mese, che in Italia mi avrebbe posto in una condizione da fame, mentre invece in Brasile mi dava una solida sicurezza economica. Decisi che era giunto il momento di vivere una vita un po’ meno disagiata; per cui affittai un appartamento, un po’ vecchiotto ma grande e comodo (pagavo circa 150 dollari al mese); comprai qualche mobile usato e gli elettrodomestici indispensabili (nuovi). Inoltre, considerato che da circa un anno non seguivo piú la televisione, decisi di continuare a vivere senza di essa. Organizzai la mia vita e pianificai i giorni di lavoro. Oltre a dare lezione nella comunitá religiosa (due giorni a settimana), davo lezioni sia in casa mia che in casa degli alunni che me lo richiedevano. Dopo qualche mese, pur conoscendo pochissimo l’informatica, avvertii la necessitá di un computer e in brevissimo tempo, ottenni risultati lusinghieri cominciando a navigare con disinvolta sicurezza in Internet. Infine comprai anche una automobile Chevrolet usata, ma molto ben tenuta. Due volte a settimana una domestica si prendeva cura delle pulizie del mio appartamento. Praticamente tutto stava andando per il verso giusto. Che bello!! Erano anni che non vivevo una sensazione cosí piacevole e rassenerante e non volevo perdere nessuna occasione per assimilarne il gusto ed il piacere. Lo ritenevo quasi un mio diritto.
Arrivó il mese di giugno nel corso del quale, in tutte le comunitá del Brasile si festeggia, in concomitanza della ricorrenza di São João, una festa folcloristica chiamata “festa junina” (festa di giugno). Anche nella comunitá religiosa di Padre Alberto si celebró la festa junina, ed io fui invitato a divertirmi un po’ con loro. La tradizione di tale festa consiste nell’indossare i vecchi, logori e rattoppati abiti che normalmente indossano i contadini delle fazendas; mangiare all’aperto i dolci ed i prodotti tipici preparati dalle donne dei fazendeiros e naturalmente, cervejas (birre), musica e balli a volontá. Accettai con piacere l’invito e mi divertii molto nel constatare la semplicitá e l’umiltá di quella gente; mi divertii molto anche ballando ed ascoltando musiche folcloristiche brasiliane. Tra le varie ragazze con le quali danzai quella sera, ci fu anche Záira.

Záira era una mulatta piuttosto scura, semplice e carina, magra e senza eccessive curve; pur avendo 27 anni, ne dimostrava circa 20. Fu lei ad invitarmi a ballare e, pur non essendo io un buon ballerino, risolsi egregiamente il compito. Il resto della serata si svolse ballando e chiacchierando con lei. Mi raccontó parte della sua storia e della sua vita; non era una bella storia e nemmeno una bella vita, tuttavia mi piaceva l’allegria che era in lei e la semplicitá con cui mi raccontava le sue tristi vicissitudini. Non era una ragazza molto intelligente, ma sicuramente abbastanza astuta e simpatica da saper risolvere egregiamente tutte le difficili situazioni che la vita le riservava. Záira era una ragazza povera. Il suo lavoro di infermiera, presso un ospedale privato, le dava un reddito di circa 120 dollari al mese. Notai che quella ragazza era molto interessata a me ed io decisi che una breve frequentazione con lei, magari della durata di qualche mese, mi avrebbe sicuramente giovato. E cosí fu. La mia frequentazione con Záira mi offrí l’opportunitá di conoscere “dal vivo” quelli che sono i problemi delle ragazze brasiliane e specialmente quelle con la pelle scura. Con l’occasione ebbi anche modo di cogliere la femminilitá delle mulatte, oltre che goderne l’erotismo. Una femminilitá ed una sessualitá che giustificano la fama conquistata dalle mulatte brasiliane nel mondo.
Con Záira ho vissuto momenti e notti meravigliose; notavo con piacere che anche lei viveva le stesse emozioni standomi vicino. Un giorno mi disse che ormai era innamorata di me e che voleva venire a vivere insieme a me. Le spiegai che, purtroppo per lei, io non avevo ancora intenzione di legarmi con nessuna donna. Volevo solo vivere e ove possibile, divertirmi. Lei si rattristí non poco, tuttavia apprezzó molto la mia sinceritá e preferí continuare la nostra storia con lo stesso affetto e calore con cui si era sviluppata fino a quel momento. Di Záira conservo un bellissimo ricordo. Quando, dopo qualche mese, decisi di chiudere con lei, fu solo perché incontrai Claudia.

Claudia era una giornalista; era una gran bella ragazza, di pelle bianca, alta, capelli lunghi e ondulati, con due occhi neri e profondi; le sue labbra erano carnose e ben fatte; i suoi bellissimi denti le rendevano il sorriso ampio e solare; aveva un fisico ben proporzionato; la vita stretta e due lunghe e perfette cosce esibivano il pú bel sedere di Belo Horizonte. Era una giovane signora intelligentissima e decisa; aveva 29 anni ed era sposata con un suo collega quarantenne; tuttavia il suo sogno nel cassetto era quello di andare a vivere in Italia. C’incontrammo per caso in un centro commerciale di Belo Horizonte; lei parlava italiano, lo aveva studiato per due anni, per cui le fu facile notare la mia nazionalitá. Probabilmente fu per questo motivo che mi sorrise (e che io interpretai come un amichevole invito) mentre stavo comprando una camicia. Ricambiai il sorriso e la invitai a bere qualcosa con me. Lei accettó e ci sedemmo all’angolo di un grazioso bar-ristorante.
L’incontro con Claudia, il modo con cui avvenne e ció che esso produsse, mi convinsero ancor piú che, nella vita di ognuno di noi, molte cose sono giá scritte. Quando il vento ti é favorevole, lo é senza ‘se’ e senza ‘ma’. Infatti, dopo circa due ore di conversazione, e dopo vari scambi di opinione, lei mi invitó ad andare a casa sua (il marito era in viaggio all’estero dove si sarebbe trattenuto per qualche mese). Rimasi francamente sorpreso e lusingato da tale esplicito invito, tanto che la invitai a riflettere, ma il suo invito fu deciso ed inequivocabile, cosí come lo era il suo carattere e la sua voglia di fare l’amore.

Claudia viveva in una zona nord della periferia di Belo Horizzonte in una casa grande, tutta recintata con un alto muro e con un grande giardino all’interno. L’ingresso del portone principale della recinzione era quasi nascosto da una folta cascata di rampicanti che, entrando con la macchina, strofinavano tutti sul tetto. Tre cani, di cui uno particolarmente “cattivo”, sorvegliavano la casa giorno e notte; quando io arrivavo in quella casa, prima che entrassi, Claudia era costretta a legare i suoi “guardiani”. La relazione con Claudia assunse subito un tono di profonda e reciproca stima e ció l’aiutó molto a superare alcuni problemi intimi e psicologici. Infatti scoprii subito che lei aveva delle insicurezze e che desiderava parlarne con qualcuno che la sapesse ascoltare e possibilmente, la aiutasse a capire. Con il passare dei giorni venni a conoscenza della sua storia e delle sue intenzioni.
La sua storia non era molto diversa da tante altre storie di giovani donne brasiliane, come pure le sue intenzioni, che erano comuni alla maggior parte delle ragazze brasiliane; ossia andare a vivere in Italia. Con molta sinceritá le spiegai che, per una mia scelta di vita, avevo deciso di restare a vivere in Brasile e quindi, per il suo progetto, non ero la persona adeguata. All’inizio ella rimase un po’ scettica sulla mia “scelta di vita” ma poi, nel corso della nostra relazione, si convinse che la mia decisione era sincera ed irrevocabile. Malgrado ció Claudia desiderava molto starmi vicino, osservarmi, farmi domande; le piaceva raccontarmi le sue giornate, i suoi sogni, i suoi desideri. Desiderava molto che io le dessi le mie opinioni su ció che lei mi raccontava. Notai che aveva una grande fiducia in me; di me le piaceva molto lo stile di vita semplice che vivevo, la mia esperienza di vita e, probabilmente, la mia origine italiana, oltre al mio aspetto fisico. Francamente si era creata una forte attrazione reciproca e ció lo scoprimmo un venerdí quando lei, dopo aver terminato il suo lavoro, venne a casa mia e fummo “tanto impegnati” che uscimmo da lí solo il lunedí mattina per tornare al lavoro. Ci sorprendemmo entrambi nel constatare che restammo chiusi in casa due giorni e tre notti senza avvertire l’esigenza di uscire. E ció avvenne varie volte. Furono weekend casarecci indimenticabili!!!

Un giorno, rilassati sul letto, dopo aver fatto l’amore, con un grande sorriso Claudia mi disse - Il tuo corpo piace molto al mio, ne sono felice -. Fui molto lusingato di quella sua constatazione, oltre ad esserne fiero. Inevitabilmente la mia fantasia voló in Italia pensando che lí, a differenza del Brasile, se un uomo di 51 anni tenta di “attaccare bottone” con una ragazza di 29 anni, e per di piú sposata, molto probabilmente viene considerato un “vecchio porco” e, se é un poco sfortunato, puó anche rimediare una denuncia per “tentata violenza sessuale”. Ció mi fece sorridere molto e ne parlai anche a lei. L’argomento ci stimoló molto nel prosieguo.......


Passarono le settimane ed una notte, mentre stavamo mettendoci nel letto, ascoltammo nella strada degli spari, tipo fuochi d’artificio. Un po’ incuriosito, chiesi a Claudia se quel giorno c’era qualche ricorrenza che si festeggiava, ma subito dopo averle fatto la domanda lei ridendo, mi pregó di ascoltare meglio ció che proveniva da fuori. Praticamente stava avvenendo una “seresta” (serenata) ossia, nel centro, nel nord e nel nordest del Brasile esiste una simpatica e radicata tradizione che consiste nell’inviare, da parte del fidanzato, una serenata alla sua fidanzata. Tale incombenza viene affidata dal fidanzato, ad una agenzia specializzata in materia, la quale manda una macchina attrezzata con mortaretti, tric e trac, altoparlanti, microfoni, ecc... ecc... sotto le finestre dell’appartamento della fidanzata. Lí giunto, l’addetto innesca alcuni mortaretti pirotecnici per richiamare l’attenzione e poi, al microfono, grida il nome della ragazza a cui é destinata quella “manifestazione” ed il nome del ragazzo che l’ha patrocinata. Quindi, dopo aver pronunciato frasi molto sdolcinate e quasi strappalacrime, inserisce alcune canzoni romantiche (quasi sempre canzoni italiane e quindi di difficile comprensione per i brasiliani) dedicate tutte alla “fortunata” candidata la quale, nel frattempo, si é affacciata alla finestra insieme ai suoi familiari. Chiaramente, oltre al casato dell’interessata, anche gli altri condomini assistono (a volte con sopportazione) alla “serenata”. In sostanza é un simpatico e tradizionale cerimoniale per rendere pubblico un fidanzamento. Tutta la sceneggiata dura circa 20 minuti.
Quella notte ci addormentammo al suono della “seresta”.

La storia tra me e Claudia duró circa un anno e fu una bella storia per entrambi. Terminó quando lei decise di divorziare dal marito, con il quale era sposata da sette anni, per trasferirsi in Italia a Milano e convivere con un ingegnere milanese, che aveva “incontrato” in Intenet e di cui mi aveva giá ampiamente parlato. Fui molto felice nel vedere realizzato il sogno di Claudia; ma ancor piú lo fui perché tornai ad essere un uomo totalmente libero. Ci salutammo con molta amicizia e con un lungo abbraccio, durante il quale mi disse: ti devo confessare che con te ho scoperto veramente il piacere dell'amore... Grazie!!!
Questo fu il suo ultimo saluto ed uno dei piú bei complimenti che abbia mai ricevuto nel corso della mia vita.