Capitolo 2º

Capitolo 2°






Dopo aver affrontato la nuova realtá lavorativa, bisognava affrontare e conoscere la nuova realtá Paese… il Brasile…Belo Horizonte.. Belo Horizonte é una cittá che ben si presta per cogliere le caratteristiche essenziali del Brasile. É una cittá grande (circa 2.500.000 abitanti) e moderna, è stata fondata circa cento anni fa (nel 1902); é ricca, secondo i parametri brasiliani (é la terza cittá in ordine di ricchezza, viene dopo San Paolo e Rio de Janeiro), ma é anche una cittá urbanisticamente disordinata; si é sviluppata in una planimetria fortemente irregolare; é una cittá di montagna (1.200 m. sul livello del mare) ed é caratterizzata da colline e dirupi, intorno ai quali sono costruiti grattacieli stretti e alti. Se si osserva Belo Horizonte dall’alto di uno dei suoi innumerevoli colli, si resta colpiti dalla “foresta” di grattacieli in essa costruiti. Belo Horizonte é una cittá senza fiume; ha un lago (il lago di Pampulha), ma é poco valorizzato e senza alcuna tutela ecologica o ambientale; ai bordi del lago c’é un museo meritevole di una visita turistica (Museo di Pampulha); per il resto, non é una bella cittá. C’é solo un quartiere (quartiere Belvedere) che puó essere lontanamente paragonabile a qualche cittá europea; tutto il resto é caos, bruttura e miseria. Il clima mineiro é un bel clima, nel Minas Gerais é sempre primavera. La media della temperatura oscilla sempre tra i 20 ed i 25 gradi. Tuttavia, quando c’é il periodo delle piogge (da maggio ad agosto), si verificano dei temporali che fanno quasi paura. Intere vie scoscese si trasformano in impetuosi ruscelli che trasportano a valle di tutto. Frequentissimi sono gli allagamenti e disastrose le conseguenze degli abitanti che vivono nelle parti basse della cittá, in fatiscenti abitazioni. Storicamente ed architettonicamente ha poco o niente da offrire Belo Horizonte; vi sono invece alcune cittá minori, a poca distanza, che meritano di essere visitate come Ouro Preto, Mariana, Tiradentes, Sete Lagoas ed altre, che ancora conservano forti testimonianze architettoniche dei colonizzatori portoghesi e spagnoli. Belo Horizonte dispone invece di un grande patrimonio, di cui le guide turistiche non ne fanno menzione, ed é la sua Popolazione. Essa é calorosa, accogliente, generosa, onesta, simpatica, ingenua e curiosa. Personalmente sono rimasto molto affascinato dalla bellezza delle donne Mineire (Belo Horizonte é la capitale dello Stato del Minas Gerais, per cui gli abitanti si chiamano anche Mineiri). Le donne Mineire sono veramente belle (con tutto il rispetto per le donne delle altre cittá) e sono tante. Si racconta, in quella cittá, che il rapporto abitativo uomo-donna sia di uno a dodici, ossia per ogni uomo ci sono dodici donne. Non so se questa proporzione corrisponda con le cifre del censimento belorizontino, é peró vero che a Belo Horizonte incontri un mare di belle ragazze da tutte le parti .... per le strade, nei supermercati, nei ristoranti, nelle piazze, sui mezzi pubblici, nei cinema, nelle discoteche, dovunque ci sono schiere di belle ragazze; sono alte, sorridenti, allegre, fisicamente perfette, hanno tutte una grande voglia di vivere, di divertirsi e quasi tutte sognano… l’Italia. Belo Horizonte, come tutto il Brasile, ha le sue forti contraddizioni; ci sono enormi “favelas” (agglomerati di misere e fatiscenti abitazioni) attaccate ad alti e lussuosi grattacieli (l’opulenza accanto alla miseria), separati solo da alte mura sorvegliate da vigilantes privati pagati con 100 dollari al mese. Agli occhi di noi europei non sfugge il palese classismo che esiste in Brasile (il ricco é e puó tutto, il povero é e resta misero). I valori e la dignitá umana, nelle basse fasce sociali brasiliane, non sono dei diritti, ma delle eventuali concessioni date dai ricchi. Probabilmente la vera povertá del Brasile, non sta nei bilanci delle aziende o dello Stato, ma nei bilanci dei valori umani, sociali e culturali; tuttavia questo popolo, pur tra le mille difficoltá in cui vive, sa essere ammaliatore e caloroso, é un popolo che ti prende e ti affascina, tanto che, dopo alcuni mesi di permanenza in quella cittá, e dopo aver visitato alcune altre cittá minori, feci una attenta riflessione generale e decisi che sarei rimasto in questa Terra per tutto il tempo che mi sarebbe stato  possibile.
Un pomeriggio, mentre ero in un supermercato a fare delle spese, arrivato al reparto macelleria,  stavo avendo qualche difficoltá di lingua  con l’addetto al banco delle carni; poco distante c’era un signore, piú o meno della mia stessa etá il quale, avendo intuito la mia difficoltá linguistica, si offrí di aiutarmi; era un italiano che viveva in Brasile.
L’incontro con questo signore fu per me molto provvidenziale e, tra l’altro, mi permise in seguito di conoscere piú approfonditamente il Brasile; infatti, dopo che ebbi  terminato  gli acquisti, ci sedemmo ad un tavolo e cominciammo a conoscerci meglio; alla  fine  del dialogo scoprii, con molto piacere, che quel signore era  un sacerdote  missionario che stava in  Brasile da circa sette anni. Peró ... se anche in Brasile i sacerdoti indossassero gli abiti clericali, oltre ad essere immediatamente riconoscibili, credo sarebbe anche tutto píú semplice!
Comunque l’amicizia tra me e padre Alberto (questo il nome di quel prete) si manifestó  subito,  tanto  che  mi  invitó  a  prendere  un  caffé  nella  sua  casa religiosa, che stava poco distante dal supermercato dove ci eravamo incontrati. Fui gentilmente  presentato  al  padre  Superiore, anche  lui italiano,  il  quale  mi accettó con un cordiale e profondo benvenuto; mi fu mostrata tutta la “casa”, la scuola,  i  seminaristi…;  arrivammo  all’ora  di  cena,  alla  quale  fui  invitato  a partecipare anch’io. Durante la cena, mi fu fatto intendere che, quando volevo, potevo andare in quella comunitá, sia per scambiare qualche opinione, sia per pranzare o per cenare.Insomma ero il benvenuto. Compiaciuto per quell’incontro positivo, salutai e andai via.